Solidarietà allo sciopero della fame dei detenuti politici Kurdi nelle carceri Turche

Dalla comunità Kurda di Bari:

Noi Kurdi siamo uno dei popoli più antichi del Medio Oriente.
In tutta la nostra storia, le terre dove viviamo sono sempre state sotto dominazioni straniere.

In tutta la nostra storia, i nostri diritti culturali, sociali e politici sono sempre stati calpestati dall’egemonia di potenze colonialiste che ci hanno divisi in più stati.
La nostra lingua è stata proibita, i nostri villaggi sono stati distrutti e bruciati, milioni di persone sono state costrette alla migrazione forzata. In tutta la nostra storia abbiamo subito molti massacri. Tuttora nella nostra patria ci viene vietata l’educazione nella nostra lingua materna e subiamo repressione e tortura.
I Kurdi della Turchia non hanno ancora potuto conseguire un loro status e riconoscimento politico: quotidianamente sono arrestati i nostri parlamentari, sindaci, membri dei consigli cittadini, giornalisti, sindacalisti, studenti, intellettuali, attivisti della società civile e difensori dei diritti umani.
Siamo privati di ogni libertà, ogni manifestazione è assalita con la più brutale violenza, ed i cittadini che rivendicano i diritti democratici vengono buttati nelle terribili carceri turche, condannati a decine di anni di pena e sottoposti a torture ed a trattamenti inumani e degradanti.
Per porre termine a queste ingiustizie e per dare avvio ad un processo di pace e di democrazia, in Turchia ed in Kurdistan dal 12 settembre 2012, in oltre 60 carceri, circa 660 persone per la maggior parte kurdi, hanno iniziato uno sciopero della fame a tempo indeterminato. Si sciopera per chiedere l´eliminazione degli ostacoli riguardanti l´istruzione scolastica e la possibilità di difesa nella propria lingua madre durante i processi, il rispetto dei diritti democratici della popolazione kurda e la libertà di Öcalan detenuto da tredici anni sull’isola-prigione di Imralı e da quindici mesi in completo isolamento, come punto imprescindibile nel percorso per una soluzione pacifica della questione kurda in Turchia.
Nonostante molti prigionieri siano in pericolo di vita a causa del loro digiuno, lo Stato censura e tace quanto sta avvenendo, a costo di provocare un massacro. E purtroppo lo stesso silenzio coinvolge la stampa internazionale.
Noi Kurdi in Europa e noi Kurdi di Bari, in gran parte ospiti del C.A.R.A. (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo), siamo in Italia proprio perché siamo stati costretti a fuggire dalla Turchia a causa della brutale repressione che subiamo quotidianamente. Le nostre ragioni sono le stesse ragioni che ora animano lo sciopero della fame, e perciò sosteniamo la protesta in atto con il nostro sciopero della fame.
Ci rivolgiamo a tutte i cittadini/e baresi, ai movimenti, agli studenti, alle associazioni, ai sindacati, ai partiti etc chiedendo di sostenere la nostra iniziativa.

DAL 5 NOVEMBRE h.9.00 AL 7 NOVEMBRE h.21.00
Piazza Prefettura- Bari
BERXWEDAN JIYANE!
Resistenza è vita!

Comunità Kurda di Bari
Rete italiana di solidarietà con il popolo kurdo

Per info: 3426664280 (inglese, kurdo, turco)
3396037258 (italiano)

http://www.freeocalan.org/

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