Cos’è Villa Roth

L’occupazione di Villa Roth, una villa ottocentesca sede della segreteria dell’ex liceo Fermi  rimasta abbandonata da 15 anni circa, nasce dalle diverse esigenze dei singoli che hanno deciso di unire gli intenti e di prendersi ciò di cui avevano bisogno. Il 26 Novembre 2011 precari, studenti, senza fissa dimora, migranti, artisti e musicisti, si sono organizzati ed hanno deciso di prendere possesso di questa struttura in modo da soddisfare con un solo gesto le diverse esigenze di questo nuovo collettivo: il bisogno di una casa propria in cui vivere dignitosamente senza pagare affitti impossibili; la necessità di avere una sede politica per le proprie assemblee, iniziative e la possibilità di organizzarsi per espandere il conflitto, perché la politica delle istituzioni non ci rappresenta; uno spazio sociale in cui produrre spettacoli, concerti, corsi che mettano in campo le nostre competenze,  cene e tutto ciò che si è riusciti a realizzare per soddisfare il bisogno di socialità che è proprio di ogni essere umano. Perché un’occupazione è tutto questo: casa, politica, socialità.
Villa Roth si basa sulla pratica dell’autogestione e dell’autorganizzazione. Ogni decisione rispetto lo spazio sociale e l’attività politica viene discussa in assemblea di gestione ogni Mercoledì alle 20 alle quali invitiamo sempre tutte/i a proporre e proporsi per iniziative ed eventi di vario genere purché vadano nella direzione dell’anticapitalismo e rispettino i principi dell’antifascismo, dell’antirazzismo e dell’antisessismo. Ogni nostra iniziativa sottende un percorso politico ed ogni percorso politico è atto alla creazione di nuovo conflitto. Non siamo un partito né ci interessano tessere o iscrizioni, la Villa è uno spazio liberato in contrasto con le leggi della metropoli, è uno spazio aperto restituito al territorio e può essere vissuto da tutte/i. Oggi il nostro percorso politico ci impone la rivendicazione di reddito, reddito incondizionato slegato dal lavoro, perché per ogni soggetto dev’essere possibile poter rifiutare la diffusa precarietà lavorativa eppur vivere dignitosamente senza rinunce superando quella esistenziale senza assistenzialismi. Per reddito non si intende soltanto quel segmento inteso come “denaro”, ma anche la possibilità di una casa, la necessità di una formazione e della cultura, l’accesso ad una sanità alla portata di tutti e di qualità, la socialità, la mobilità e tutto ciò che rappresenta la base per una esistenza felice.
Rivendichiamo felicità!
Venite a conoscere la Villa, a frequentarla, rivendicate i vostri bisogni e collettivamente  organizziamoci per lottare per costruire i nostri desideri! Uno spazio sociale è di chiunque lo pratichi, è uno spazio tanto di aggregazione quanto di organizzazione, fate vostra la Villa attraverso la militanza. Siamo autonomi, nessuno ci rappresenta né mai ci rappresenterà. Che se ne vadano tutti.