Prendocasa Bari

Crisi è una parola che risuona in maniera costante e continua nei mezzi di comunicazione e nelle dichiarazioni dei politici, tanto da essersi ormai inserita nella concezione comune della vita quotidiana.

Una crisi prodotta dai mercati finanziari e dall’indebitamento delle banche che i governi hanno scaricato sulle categorie sociali più deboli. Vengono via via annientati i diritti e i bisogni primari in una privazione continua della dignità umana. Il reddito che stanno attaccando ormai da un decennio non è quantificabile soltanto dal denaro sottratto dalle buste paga (per chi ce l’ha), ma dal progressivo smantellamento di sanità, istruzione e stato sociale, producendo una oggettiva privazione di poter sperare in una condizione di vita migliore o anche solamente la conservazione della qualità della vita conosciuta in passato del cosiddetto “ceto medio”.

Noi crediamo che il reddito non possa essere misurato semplicemente dalla possibilità o meno di accedere a un lavoro sempre peggio pagato, ma da necessità primarie che devono essere soddisfatte.

Sicuramente uno dei segmenti di reddito più significativi è quello relativo alla casa. In una città come Bari, da sempre vittima di una speculazione edilizia selvaggia, tutto ciò assume un significato maggiore. Le amministrazioni comunali hanno garantito nel corso degli ultimi decenni profitti esorbitanti al trasversale “partito del mattone”. Lo stupro di Bari vecchia, la vergogna di Punta Perotti, la cattedrale nel deserto che si è rivelata essere lo stadio San Nicola, hanno trovato piena continuità nell’operato delle amministrazioni di centro-sinistra sotto lo stesso piano regolatore.

A fronte di tutto questo migliaia di cittadini baresi si sono ritrovati in questi anni in una condizione di emergenza sociale che si è tradotta nello sfratto di interi nuclei familiari (la più alta percentuale in Italia), nell’impossibilità da parte dei più giovani di lasciare la casa dei genitori, nello sfruttamento dei migranti costretti a pagare affitti altissimi per soluzioni abitative disumane.

In questa città si continua a regalare a imprenditori privati fette di territorio e soldi pubblici per costruire case di fatto inaccessibili e che in molti casi rimarranno vuote, alimentando coscientemente un meccanismo di speculazione che sembra non avere fine.

Per questo lanciamo una campagna che porti alla riappropriazione degli spazi pubblici e privati attraverso la pratica dell’occupazione.

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