Non rivendicheremo nulla, non chiederemo nulla. Noi ci prendiamo tutto. Noi occupiamo!

176550_10151137032064442_2138593670_oUna settimana fa i manganelli della polizia “tecnica” del governo dell’austerity hanno represso duramente una manifestazione delle studentesse e degli studenti in Italia, domani le piazze in rivolta di Atene, Madrid e Lisbona si collegheranno, passando anche da un’assemblea popolare a Roma, per costruire un orizzonte comune contro i governi delle banche e della finanza.

Oggi qui ed in altre 90 città italiane i precari in formazione scendono in piazza opponendo sé stessi ai sacrifici, ai tagli, alle violenze a cui siamo costrette/i tutte e tutti per salvare le banche, le finanziare e le grandi multinazionali.

Abbiamo deciso di partire da qui. Da oggi. Da una giornata di lotta contro la loro crisi per affermare un principio: “abbiamo reclamato un reddito universale ed incondizionato fino a oggi, non avete mosso un dito; bene, adesso noi iniziamo a riprenderci questo reddito”.

La casa è una parte fondamentale di ciò. Gli affitti altissimi, l’assenza di politiche di interesse non privatistico nelle politiche abitative, l’esplosione ciclica nella nostra città di un’eterna emergenza, ci costringono a raccontare le nostre vite. Vite precarie di chi non ha più una borsa di studio per vivere in un alloggio universitario mentre si realizzano hotel privati a 5 stelle con prezzi da capogiro per studentesse e studenti che se li possono permettere. Vite di chi amputa la propria crescita costretto a vivere una adolescenza a tempo indeterminato sotto il tetto familiare perchè non può permettersi una vita autonoma e indipendente. Vite di chi dorme in macchina perchè con lo stipendio saltuario, magari a nero, non riesce a pagarsi neanche un posto in una stanza doppia in periferia. Vite di chi scappa dalla guerra e deve pagarsi il permesso di soggiorno in una sanatoria che riesce a monetizzare persino il diritto alla vita e alla libertà degli individui. Vite di chi vive e dorme dopo una vita di sacrifici nella sede della propria piccola azienda sociale perchè non può permettersi un altro canone di affitto. Vite di chi dorme nei casali abbandonati, nel silenzio, nell’invisibilità e magari la mattina va a fare un lavoretto sottopagato alienante (quando c’è).

Abbiamo deciso di mettere in campo tutte queste vite e di dire che ogni spazio abbandonato va’ vissuto, abitato da esistenze come le nostre. Perché abbiamo bisogno di una casa e non esiste alternativa all’occupazione oggi.

Questo è quello che stiamo facendo. Per noi la casa è un segmento importantissimo di quel welfare del desiderabile che molto spesso abbiamo reclamato a orecchie sorde o troppo impegnate a gestirsi un potere grottesco e volgare. Arrivati a questo punto di rottura, abbiamo deciso di riappropriarci di questo e di altri segmenti di reddito, di metterli in condivisione, di ricostruire dal basso forme di cooperazione contro la loro crisi, contro la loro polizia, contro il loro lavoro.

Invitiamo tutte e tutti all’occupazione in Via Imbriani 65 per discutere, per confrontarsi, per organizzarsi ancora, ancora e ancora.

Conferenza stampa ore 12:30

Assemblea metropolitana, pubblica, propositiva ore 18:30

Da oggi noi siamo in sciopero; non chiediamo più, occupiamo!

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